
❈ La filosofia come stile di vita ❈
— Un consulente per i momenti difficili —
Psicologia o filosofia?
Terapia o consulenza?
Cerchiamo di capire "una volta per tutte" che cosa distingue l'atteggiamento psicologico da quello filosofico. Atteggiarsi "psicologicamente" verso una problematica implica l'adesione a un paradigma interpretativo, fare riferimento a una teoria scientifica del comportamento, in base alla quale classifico l'atteggiamento che assumo ad oggetto della mia osservazione. In questo caso, sono obbligato a stare dentro a un modello, e soprattutto a operare per giungere a un certo risultato: eliminare ciò che, in quella teoria, è classificato come disturbo.
Atteggiarsi "filosoficamente" implica invece l'assunzione di una coscienza critica (diciamo: una meta-coscienza, una coscienza "superiore"), la rinuncia ad operare pragmaticamente entro un modello e la decisione di sottoporre quello ed altri modelli analoghi ad un confronto che ne riveli il senso, l'origine e la finalità. La coscienza filosofica rinuncia all'azione a favore della critica, del pensiero, di una libera ricerca della verità che prescinda da ogni idea di verità precostituita. Ancora una volta: agire filosoficamente è "agire in libertà".
Condurre una vita filosofica implica un cammino di formazione culturale? Non diciamo "è necessario avere una laurea", ma anche solo predisporsi programmaticamente a un percorso di formazione? Esistono persone, ne conosciamo tutti, che spontaneamente ci offrono modelli di comportamento profondamente filosofici, cioè liberi e consapevoli, con una semplicità e spontaneità che non hanno niente a che vedere la "sapienza" e la "cultura". È possibile che "vivere filosoficamente" sia una dote naturale, o, per meglio dire, sia un traguardo raggiunto anche inconsapevolmente, e tuttavia frutto di una costante meditazione sul senso della vita. Occorre liberare la parola "filosofia" dalle sue connotazioni occidentali, che hanno finito per relegarla nel recinto delle professioni e delle caste, di un sapere elitario utile a dividere più che a unire, a ritagliare privilegi più che a liberare il pensiero. L'essere umano è naturalmente filosofo nella misura in cui è dotato di pensiero e di coscienza; il loro uso è filosofico nella misura in cui è libero ed è critico.
Al di là dunque delle pastoie culturali in cui si muove "la filosofia", vediamo come si articola una vita filosofica. Noi siamo innanzi tutto e per lo più gettati nel mondo, vale a dire in un contesto modellizzante, in un'educazione che ci è data senza che la possiamo scegliere. Il primo passo è quello di prendere coscienza di questo "nostro" modello, guardandolo dall'alto di una "coscienza assoluta", cioè di un Io che "possiede" e non "è posseduto" da quel modello. La domanda è: che cosa "me ne faccio" di questa consapevolezza? Di quale utilità mi è? Nel momento in cui la "mia" visione del mondo è spianata di fronte a me con oggettività, essa diviene "una" fra le altre, qualcosa che posso confrontare consapevolmente e criticamente. Il processo non deve necessariamente condurre a una revisione del proprio modello: sono tuttavia cose assai diverse sapere "perché" agiamo in un certo modo o non saperlo. A volte ciò può già essere sufficiente a darci serenità. La mia risposta nei confronti di un modello alternativo può essere accettarlo per arricchire di nuove sfaccettature la mia esistenza, ma anche semplicemente "prenderne atto" per riconoscere in chi me lo offre un'"altro modo d'essere"; con questo riconoscimento metto in opera la tolleranza e il rispetto, e soprattutto evito di riferire all'altro le stesse intenzioni che mi muovono nel momento in cui ricevo da lui qualcosa di "offensivo": non sempre ciò che mi ferisce dipende infatti da una cattiva volontà dell'altro: più spesso è legato a intenzioni che nella mia visione del mondo hanno un altro senso. Per essere chiari: la filosofia non è una mistica, un abbandono disarmato a entità superiori: essa è uso della ragione, dominio della propria coscienza.

❈ Chi sono
Consulente filosofico riconosciuto, docente di filosofia e autore di saggi. Pratico la consulenza come forma di terapia della parola sia in privato che presso istituzioni pubbliche.
Ricevo privatamente, ma pratico anche via Skype con le stesse modalità.

❈ Perché "Consulenza filosofica"?
Perché il filosofo è colui che conosce gli strumenti adatti a guardar la vita in maniera diversa, curiosa, critica; che potrebbe aiutare a pensare quell'idea cui da soli non si arrivava; che è professionalmente attrezzato a districare le idee confuse in modo "ragionevole".

