Che cos'è la Filosofia?

31.01.2018

Che cos'è la filosofia?

La filosofia è una disciplina teorica inclusa nell'ambito delle discipline umanistiche. Essa copre quindi un ambito delle conoscenze umane ben delimitato. Ma quale? Che cosa studia il filosofo? E chi è il filosofo?

La risposta appare subito complicata. È più facile rispondere, per esempio, alla domanda: "che cosa studia lo storico, o il filologo[i], o il teologo?" Ma, ad essere pignoli, anche in questi casi una risposta non è così scontata. Vediamo. Si può affermare che lo storico studia "la storia". Ma che cos'è "storia"? Tutti gli eventi appartenenti al passato? Ma "dove" si presentano tali eventi? Se sono passati, essi non si offrono più al nostro sguardo. Semplicemente non ci sono più. Gli eventi passati tuttavia hanno lasciato delle tracce, classificate come reperti, documenti, testimonianze di varia natura. Il passato non esiste in quanto tale, ma in quanto insieme di tracce o segni lasciati dagli esseri umani che ci hanno preceduto. Lo storico quindi studia queste tracce e questi segni. Classifica, analizza e interpreta reperti e documenti, e da essi ricava alcune informazioni circa gli eventi accaduti nel passato. Ma i segni non sono "il passato": essi vanno sempre interpretati, e non è detto che un'interpretazione sia sempre giusta, che ciò che comprendiamo di un documento rifletta esattamente l'evento che lo ha prodotto. La disciplina storica, o storiografia, è basata su una serie di interpretazioni che possono venire continuamente corrette e confutate.

Torniamo allora alla filosofia. È bene chiarire subito che, come disciplina umanistica, la sua nascita è abbastanza recente. Nei licei, tanto per dire, la filosofia (o meglio: la storia della filosofia) si studia da meno di un secolo. Eppure, tutti sappiamo in modo più o meno chiaro che la filosofia è una disciplina plurimillenaria. Come si spiega tutto ciò? La risposta più semplice è che la "storia della filosofia", così come viene studiata oggi, non coincide esattamente con la filosofia come specifico ambito di conoscenza. Studiare filosofia non è esattamente la stessa cosa che fare filosofia. Si può essere storici della filosofia senza essere filosofi, mentre è generalmente assodato che un filosofo non può non conoscere la storia della filosofia. La filosofia quindi è l'insieme maggiore all'interno del quale opera lo storico della filosofia (insieme minore).

La nostra domanda iniziale quindi si divarica:
1 che cosa studia lo storico della filosofia?
2 Che cosa studia il filosofo?

Lo storico della filosofia, come ogni storico, consulta, analizza e interpreta documenti, esclusivamente testi scritti, che ritiene pertinenti allo scopo di delineare la Storia del pensiero occidentale. Ma quali sono i documenti che possono rientrare nell'ambito storiografico della filosofia? Ovviamente testi filosofici. Ma come si riconosce un testo filosofico? Che cosa lo distingue veramente da un testo letterario o scientifico? Come si può vedere, le domande si moltiplicano e una risposta appare sempre più sfuggente.

Per farla breve, chi scrive un testo filosofico è un pensatore che si pone un certo tipo di domande e di obbiettivi, diversi da chi intende creare un'opera d'arte o un saggio scientifico.
Le domande della filosofia non le decide quindi lo storico della filosofia, ma il filosofo propriamente detto. Ma non in modo arbitrario. Un filosofo si può interrogare su tutto, ma con obbiettivi diversi da qualunque altro studioso.

Per es.: la filosofia si può occupare della Natura, e in passato questo è stato fatto abbondantemente. Ma è molto diverso chiedersi "che cos'è La Natura" da "che cos'è un mammifero". Nel primo caso la domanda si eleva su un piano razionale e ontologico[ii]; nel secondo, essa è confinata sul piano pratico della classificazione di certi esseri viventi. Definire la Natura in quanto tale implica un livello di astrazione molto più elevato, e una disposizione speculativa molto diversa da quella richiesta dalla ricerca scientifica.

Ricapitolando. La filosofia, più che una disciplina scolastica, è un vero e proprio modo di intendere il pensiero. Essa presuppone degli scopi che le sono propri e non paragonabili a nessun'altra disciplina. Filosofare vuol dire speculare (pensare teoreticamente) su tutto ciò che concerne "ciò che è", sia intrinsecamente all'essere umano che fuori di esso (il mondo, il tutto, la realtà in quanto tale). Il filosofo può insegnare o scrivere; in quest'ultimo caso egli deposita nella storia dei documenti che entrano a far parte della Storia della filosofia, i testi filosofici. Lo storico della filosofia è colui che consulta e interpreta tali testi, allo scopo di delineare un filo conduttore tra di essi, o meglio una tradizione di pensiero che oggi noi indichiamo come Storia della filosofia.

I termini di questa Unità.

Discipline umanistiche.
Storiografia.
Filosofia.
Storia della filosofia.
Pensiero speculativo.
Ontologia.



[i] «filologia In ogni ricerca, l'interpretazione di fatti (o di personaggi ecc.) basata sull'esame di testi, documenti o su notizie storiche.
La f. moderna si articola in due grandi direzioni: da una parte si tende a reperire, ricostruire e interpretare i testi (studio delle testimonianze verbali); e dall'altra a mettere in luce e interpretare fatti di ogni genere che giovino alla comprensione dei testi stessi (studio delle cose). Nel primo suo aspetto la f. cerca di reperire documenti letterari ancora ignoti; di accertare l'autenticità sia di questi sia di quelli già noti; di ricostruire il documento nel suo aspetto originario, depurandolo dalle alterazioni prodottesi in esso nel corso dei secoli per effetto della trasmissione a opera di intermediari: copisti, stampatori, editori ( f. testuale). Inoltre, la f. cerca di interpretare i testi ricostruiti, facendo tesoro delle necessarie cognizioni linguistiche, metriche, stilistiche e di quelle storiche, allo scopo di rivivere la scrittura nelle medesime condizioni culturali del suo autore; d'individuare le fonti del documento letterario e la fortuna di esso. Nell'altro aspetto la f. studia la biografia dell'autore, le condizioni storiche e sociali del suo tempo e del suo ambiente particolare.» [Enc. Treccani online]

[ii] "Ontologico" è un aggettivo derivante dal termine ontologia; l'ontologia è un ramo della filosofia e si occupa di individuare e definire l'ipotetico principio universale che racchiude tutte le cose (greco: ta onta). Ogni civiltà e cultura umana si è sempre preoccupata di delimitare la realtà nel suo complesso all'interno di un principio unificante, di un senso delle cose afferrabile razionalmente: che sia di carattere religioso o scientifico, il "principio unificante del tutto" (ontologico) intende spiegare perché le cose sono come sono, dando a questa spiegazione un carattere di necessità, cosicché ogni tentativo di dare una spiegazione alternativa (estranea al principio ontologico) appare irrazionale. Avremo modo di comprendere tutto il peso e il valore che questo particolare atteggiamento filosofico (speculativo) ha avuto nel corso della storia occidentale a partire già dal prossimo capitolo e via via, lungo tutta la conversazione filosofica. 

Maurizio Chatel. Consulente filosofico. Via Umberto Biancamano 3, Torino
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