L’Origine (arché)

31.01.2018

L'Origine (arché)

C'è un'affascinante coincidenza nella Storia della filosofia: l'origine di essa coincide con la domanda sull'Origine, l'origine "di tutte le cose" (in greco, arché). In un certo senso, tale domanda riflette ciò che noi oggi intendiamo domandandoci "da dove veniamo"?

Occorre subito eliminare un equivoco: la domanda sull'origine non è una domanda esclusivamente filosofica. Essa è alla base di ogni pensiero religioso, a cominciare dai primordi dell'umanità. L'esigenza di spiegare il nostro "essere-nel-mondo" è senza dubbio la causa del ricorso ancestrale a un Principio divino che regola l'universo e la sua creazione.

Il problema è un altro: perché all'incirca nel VII sec. A.C. i Greci smisero di ricorrere alla religione per trovare una risposta al "problema dell'Origine"? Con questo non intendo dire che la cultura greca non avesse una religione, anzi: sappiamo bene quale importanza essa ebbe nello sviluppo della civiltà greca. In realtà avvenne qualcos'altro: a fianco della speculazione religiosa (il mito) si affiancò un nuovo modo di pensare il problema, un modo non mitico ma puramente razionale (logico, dal greco: logos, parola, discorso).

In realtà il mito è un pensiero molto razionale: esso definisce un sistema, un Mondo perfettamente definito in cui ogni cosa è compresa e spiegata a partire da cause ben precise. La differenza tra la "razionalità" del mito e quella della filosofia (il Logos) consiste essenzialmente nella natura di tali Cause. Nel mito esse sono principi trascendenti[i] di natura divina. Nella filosofia invece appartengono alla realtà del mondo, sono fenomeni che possono essere verificati e compresi col semplice ricorso al ragionamento e/o all'esperienza.

Purtroppo questa affermazione è alquanto superficiale, poiché esistono filosofi che hanno fatto ricorso al principio divino (Dio come causa prima) o che hanno fondato il loro pensiero su principi del tutto astratti, puramente speculativi e per nulla esperienziali. Tuttavia essa è sufficiente a definire un limite tra il cosiddetto Mito e il cosiddetto Logos, un limite che segna l'origine stessa della filosofia.

Dunque: qual è l'Origine di tutte le cose? Cosa viene "prima di ogni cosa"? che cos'è ciò da cui tutto deriva?
A ben vedere, questa domanda è molto attuale. La scoperta dell'origine assoluta della materia, "di tutto ciò che è", è la ragione stessa che muove la ricerca dei fisici contemporanei: la scoperta della cosiddetta particella elementare, quel qualcosa che non può essere scomposto ulteriormente e che costituisce il "mattone" fondamentale di tutta la materia. Ricerca che è ben lontana dall'essere conclusa e che, ad ogni scoperta, sposta ulteriormente l'intero ambito della conoscenza scientifica.

Secondo la tradizione storiografica, Talete[ii] Anassimandro[iii] e Anassimene furono i primi tre pensatori a proporre una risposta non mitologica a questa domanda. L'interesse di tali risposte non consiste tanto nel principio a cui essi fecero riferimento (l'acqua per Talete, l'infinito - àpeiron - per Anassimandro, l'aria per Anassimene) ma nel fatto che delimitarono tale principio ad un fattore di carattere assoluto, ad un'Unica Causa, a una Unità. La necessità di trovare una Unità nel tutto, nell'apparenza molteplice delle cose, è ciò che caratterizza in modo peculiare l'origine della filosofia occidentale.

Da questo modo di porre il problema derivarono poi le domande che costituirono la storia del pensiero filosofico: perché Uno? Da dove viene tale Uno? Come si originano le cose da quell'Uno?

I termini di questa Unità.

Arché - principio - origine.
Mito e logos.
Unità - Uno.


[i] Trascendente; da Trascendenza, sostantivo che indica la caratteristica di tutto ciò che il pensiero colloca al di là o al di sopra della realtà. Il "luogo" della T. è dunque un luogo del pensiero, una dimensione teorica (speculativa) in cui trova forma un modo di essere più elevato e più "vero" rispetto a quello della semplice apparenza - o presenza - delle cose. Da sempre, quindi, la T. è la dimensione del divino, e del Dio cristiano in particolare; mentre nella storia della filosofia il carattere della trascendenza appartiene a quel modo di intendere la verità come una dimensione superiore e distinta dal mondo, come le Idee nel pensiero platonico.

[ii] Talete di Mileto Filosofo (circa 624 - 545 a.C.). Secondo la tradizione storiografica fu il più antico filosofo greco, fondatore della Scuola di Mileto, a cui appartennero anche Anassimandro e Anassimene. Di T. si conservano poche e incerte notizie e nessuna opera scritta.
Aristotele, nella Metafisica (I, 3, 893 b;) considera T. come l'iniziatore della ricerca dell'ἀρχή, del «principio», da cui tutte le cose si sarebbero generate. Tale principio, inteso in senso del tutto empirico, sarebbe l'acqua, da cui tutte le altre cose avrebbero origine. In questa tradizione quindi egli è considerato come il primo «filosofo», nel senso in cui appunto vengono considerati «filosofi», nella tradizione greca, anche i primi indagatori delle scienze naturalistiche, matematiche, astronomiche.

[iii] Anassimandro di Mileto Filosofo (610 - 547 a.C.). Fu l'immediato successore di Talete. Fu noto anche come legislatore, consigliere politico e scienziato.
Mentre Talete aveva posto come principio dell'Universo uno dei quattro elementi naturali allora concepiti (l'acqua), A. pone come Arché (egli fu il primo a usare questo termine) l'illimitato o infinito (greco: àpeiron), da cui deriva ogni cosa e in cui tutto si dissolve al compiersi di ogni ciclo cosmico.

Maurizio Chatel. Consulente filosofico. Via Umberto Biancamano 3, Torino
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